Mentre la Mostra del Cinema di Venezia raggiunge la sua 81esima edizione, guardiamo verso quella che è la location più accattivante e cinematografica: la città galleggiante vanto in tutto il mondo per il nostro Paese.

Nessuna città al mondo è improbabile quanto Venezia. Un conglomerato di sviluppi insulari costruito sulla zona umida, Venezia crebbe da una laguna nei giorni di collasso dell’impero romano e si trovò, per un certo periodo, al centro del mondo occidentale, un fulcro del commercio globale che collegava l’Europa, il Nord Africa e il Medio Oriente.

La sua architettura modellata dalle diverse influenze culturali che si impollinano nel periodo d’oro della Repubblica di Venezia, l’attrazione turistica di oggi, ha l’aspetto di una città pietrificata nel tempo – anche se la “Città galleggiante” è, in realtà, a rischio di scomparire del tutto mentre ogni anno sprofonda più in profondità nel fango. Il cinema, naturalmente, non è stato in grado di resistere a una posizione così drammatica.

Nel cinema, Venezia si è dimostrata un luogo versatile. Un’immagine a lungo popolare, di gondolieri che accompagnano coppie lungo storici corsi d’acqua fiancheggiati da palazzi – un’immagine vista nel cinema già nel lontano 1896, nel Panorama du Grand Canal vu d’un bateau dei fratelli Lumière – ha dato a Venezia la reputazione di una città romantica, una nozione disegnata in innumerevoli film. I romanzi più tragici, come Senso (1954) e The Souvenir (2019), hanno giocato l’idea di Venezia come una città d’amore a modo loro.

Venezia, però, è anche una città di specchi e maschere – un’ambientazione ideale per i film di una tendenza psicologica come Il momento perduto (1947) e The Talented Mr. Ripley (1999). È una labirintica città gotica, che si presta comodamente al mistero e all’horror.

Ed è una città di grandezza operistica, tanto meglio per mettere in scena un’azione epica in blockbuster come Mission: Impossible – Dead Reckoning Part (2023).

Nel corso dei decenni, il cinema ha trovato a Venezia una piattaforma adatta a tutti i tipi di storie. Eccone alcuni dei migliori.

La tragedia di Otello: Il Moro di Venezia (1951)

Regia di Orson Welles

In Filming Othello, il suo film-saggio del 1978 sulla tortuosa gestazione del suo secondo adattamento di Shakespeare sullo schermo, Orson Welles spiega come il suo Iago, Micheál Mac Liammóir, in una scena possa essere visto attraversare “due continenti nel mezzo di una sola frase pronunciata”. L’ansioso e cupo Otello di Welles fu girato in modo frammentario in Italia e in Marocco, in una produzione in gran parte autofinanziata che durò tre anni. Tuttavia, lungi dall’essere ostacolato dalle limitazioni logistiche e di budget, il film trae da esse la sua forza.
Welles, spietato adattatore di Shakespeare, riduce all’osso il testo di partenza, mentre i metodi che utilizza per mascherare una produzione lunga e logorante – una fotografia dominata da primi piani, angoli inclinati e ombre; un montaggio sincopato che mette insieme inquadrature catturate in una miriade di luoghi – conferiscono al film un’energia nervosa e paranoica. Come nell’opera teatrale, l’ambientazione principale è una Cipro assediata (un possedimento dell’impero veneziano fino alla fine del XVI secolo), ma il primo atto del film presenta una memorabile Venezia dell’epoca rinascimentale, una visione di magnificenza pre-turistica che appare adeguatamente vissuta.

Eva (1962)

Regia di Joseph Losey

Il regista americano Joseph Losey, finito nella lista nera, ha girato film in tutta Europa dopo aver lasciato Hollywood, ma ha vissuto una particolare storia d’amore con Venezia. La Serenissima ha fatto da sfondo a tre opere in esilio di Losey, tra cui l’adattamento del dramma biografico di Brecht Galileo (1975), il sontuoso film d’opera Don Giovanni (1979) e, soprattutto, l’anti-romanzo Eva del 1962.


Dopo che il suo romanzo d’esordio di successo è stato adattato in un film, lo scrittore narcisista Tyvian Jones (Stanley Baker) approda a Venezia tra i lustri. Lì Tyvian viene acclamato, ma la relazione autodistruttiva che intraprende con la squillo locale Eva (Jeanne Moreau) suggerisce un disagio radicato nei confronti dell’adorazione.

Svuotata di ogni calore da cartolina, la Venezia in cui Tyvian insegue ossessivamente Eva sembra un luogo insolitamente desolato, con i suoi luoghi simbolo congelati e spogli. Trascurando la sua devota fidanzata (Virna Lisi) per una donna che lo disprezza apertamente, Tyvian sembra perversamente determinato a fare della sua Venezia un luogo dove l’amore muore.

Morte a Venezia (1971)

Regia di Luchino Visconti

L’aristocratico regista Luchino Visconti, con il suo duplice desiderio di godere del marcio e dell’opulenza dell’alta società, trova la sua massima espressione in questo adattamento della novella di Thomas Mann. Durante una riluttante vacanza in seguito a un problema di salute, l’inamidato compositore Gustav von Aschenbach (Dirk Bogarde) si ritrova estasiato e tormentato da Tadzio (Björn Andrésen), un quattordicenne che alloggia nel suo albergo al Lido di Venezia. Invecchiato e creativamente esaurito, Aschenbach si confronta in Tadzio con una perfezione che non ha mai raggiunto come artista e con una vitalità giovanile ormai fuori dalla sua portata.
In preda a un’epidemia di colera, la Venezia di inizio Novecento di Visconti è un purgatorio in splendida decadenza, dove il protagonista ruminerà un passato travagliato e scoprirà che la sua salute sta diminuendo insieme a quella della città. Il film si chiude con la visione grottesca di Aschenbach, truccato come un cadavere da un barbiere locale, che suda tintura per capelli sul suo viso bianco come la polvere, mentre guarda Tadzio passeggiare spensierato nelle acque scintillanti dell’Adriatico.

Casanova (1976)

Regia: Federico Fellini

Tre anni dopo Don’t Look Now, Sutherland torna a Venezia – o almeno a un suo infernale facsimile – per un film su uno dei figli più famosi della città. Concentrandosi principalmente sulla seconda metà della vita di Casanova, quando il famoso avventuriero cercò favori fino alla morte nelle corti e nelle camere da letto di tutta Europa, il Casanova di Fellini inizia in una Venezia perennemente notturna (costruita interamente negli studi di Cinecittà a Roma) che rispecchia l’artificiosità, l’eccesso e la decadenza strisciante del suo soggetto.
Nei minuti iniziali, Casanova (Sutherland) viene introdotto sotto un fantomatico lenzuolo bianco al Carnevale, dove osserva una gigantesca testa di Venere sorgere e prontamente affondare nel Canal Grande; attraversa un mare ondeggiante fatto di quelle che sembrano essere fodere nere della spazzatura; e arriva a una delle isole di Venezia per esibirsi in uno spettacolo sessuale senza gioia per un pubblico. Questo è Casanova come uomo meccanico, in un film biografico profondamente antierotico sulla bancarotta spirituale di una vita dedicata unicamente ai piaceri della carne.

Indiana Jones e l’ultima crociata (1989)

Regia di Steven Spielberg

Rispondendo a una chiamata all’avventura che seguirà il percorso storico delle Crociate, Indiana Jones (Harrison Ford), professore universitario a tempo parziale e uomo d’azione a tempo pieno, trova Venezia come prima tappa di un viaggio alla ricerca del padre scomparso (Sean Connery) e del favoloso Santo Graal. Nonostante gli sguardi lontani a monumenti come il Campanile di San Marco e la Punta della Dogana, tuttavia, la permanenza del giovane dottor Jones a Venezia non è affatto affascinante.


Sotto il Campo San Barnaba, Indy indaga su catacombe infestate da topi e infiammabili, prima di emergere per un esplosivo inseguimento in motoscafo fuori dalla città e in un cantiere navale industriale (in realtà i Tilbury Docks nell’Essex). Riconoscendo l’importanza delle Crociate sia nel mito della fondazione veneziana che nella fondazione letterale della città, la sezione Venezia di Indiana Jones e l’ultima crociata è un’ottima partenza per un’opera d’intrattenimento da kolossal costruita con precisione.

Casino Royale (2006)

Regia: Martin Campbell

James Bond ha sempre prediletto Venezia. È a Venezia che Sean Connery e Daniela Bianchi hanno spedito l’assassina con la punta avvelenata Rosa Klebb in Dalla Russia con amore (1963); dove Roger Moore ha guidato una gondola-motoscafo truccata, provocando una doppia ripresa da parte di un piccione in Moonraker (1979); e dove Daniel Craig, nei panni di uno 007 alle prime armi che sta ancora imparando a temperare le sue emozioni, ha vissuto il trauma che ha cementato la sua transizione in superspia dal cuore freddo in Casino Royale.
Dopo essere sopravvissuto per un pelo all’incontro con il malvagio Mr White (Jesper Christensen) in Montenegro, Bond si dimette dall’MI6 e fugge con la collega Vesper Lynd (Eva Green) a Venezia, all’inizio di un romantico tour mondiale.

Il viaggio viene interrotto quando Bond pedina Vesper in un palazzo diroccato e scopre che lei ha sempre lavorato con White e i suoi scagnozzi. Ne segue uno scontro a fuoco, che culmina con l’affondamento del palazzo nel Canal Grande, trascinando con sé Vesper e le speranze di Bond di trovare la felicità domestica.

The Tourist (2010)

regia di Florian Henckel von Donnersmarck

Un film di pura azione interpretato mda Bradd Pitt e Angelina Jolie nel massimo del loro splendore ma quasi totalmente girato a Venezia.

Anche se, per la precisione, la prima parte del film è ambientata a Parigi, tutto il resto si svolge a Venezia. Durante la prima scena, Frank arriva a Venezia in treno e si sente perso, quando Elise lo avvicina su un motoscafo e gli offre un passaggio.
Elise e Frank raggiungono l’Hotel Daniel che, come si legge sulle tende esterne, in realtà è l’ingresso di Palazzo Pisani Moretta. Anche la vista dal balcone non è quella dell’Hotel Danieli, poiché il Ponte di Rialto non è visibile dal Bacino di San Marco, dove si trova l’albergo.
Il romantico ristorante dove Elise e Frank cenano per la prima volta si trova sulla piattaforma galleggiante di fronte all’edificio della Collezione Peggy Guggenheim.
Durante l’inseguimento, Frank cammina sui tetti di diverse case, raggiungendo la famosa loggia del Mercato di Rialto.
Indossando un pigiama, salta giù dalla loggia, cadendo proprio su una bancarella. Vi consigliamo di trascorrere una mattinata qui per scoprire un pezzo di storia veneziana.
L’ufficio della polizia italiana si trova all’interno della bellissima Biblioteca Marciana, in Piazza San Marco. La si riconosce dalla vista del retrostante Palazzo Ducale Frank

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