Duris interpreta un padre che protegge il figlio, che potrebbe o meno mutare, nel thriller ben realizzato di Thomas Cailley.
Due anni dopo che una misteriosa malattia ha iniziato a diffondersi in Francia, gli esseri umani continuano a mutare in altre specie animali.
Creature ibride che non si trovano in cliniche di riabilitazione che in realtà sono centri di detenzione, vagano per le strade e le campagne.
E mentre alcuni esseri umani sono paranoici riguardo alla malattia e chiedono ai membri delle loro comunità di tenersi al sicuro l’un l’altro, la maggior parte della società si è adattata bene a questa nuova e strana realtà.
Se The Animal Kingdom di Thomas Cailley sembra un’allegoria sociopolitica di una certa pandemia, è più un caso di tempismo che di intenzione, dato che il film, co-sceneggiato da Cailley e Pauline Munier, è stato concepito prima che il Covid-19 fosse conosciuta.
In effetti, The Animal Kingdom è un’allegoria di molte idee diverse, dalle relazioni razziali alla scoperta della propria transessualità.
Sebbene la sua ibridazione di genere sia appropriata, data la sua premessa, il film finisce per essere poco incisivo, in quanto si concentra sulla maggior parte delle idee senza approfondirle.
The Animal Kingdom inizia almeno in modo abbastanza efficiente e con alcuni efficaci giochi di prestigio di genere.
Il film ci presenta un padre esausto, François (Romain Duris), e suo figlio adolescente, Émile (Paul Kircher), mentre sono bloccati nel traffico con il cane di famiglia.
Prima ancora di scoprire che la moglie di François, Lana, si sta trasformando in una scimmia e che la famiglia si sta trasferendo in Gironda, nel sud della Francia, dove François intende lavorare come chef e dove un nuovo centro di riabilitazione è pronto a “curarla” per la sua condizione, assistiamo a uno scenario da film catastrofico apparentemente familiare.
Quando una creatura alata sbuca violentemente dal retro di un’ambulanza vicino all’auto di famiglia, lo shock più grande è che quasi nessuno solleva un sopracciglio.
Poco dopo l’arrivo in Gironda, François ed Émile, che ha la goffaggine di un bambino che sta attraversando le normali fasi di crescita, apprendono che il veicolo di trasporto che trasportava Lana e altre creature ibride, o “critters”, nella zona è uscito di strada durante una tempesta e che la ragazza è scomparsa.
L’incidente mette François in contatto con una simpatica agente di polizia, Julia (una Adèle Exarchopoulos bizzarramente sottoutilizzata), che aiuta François ed Émile nella loro frenetica ricerca di Lana.
Il trio fa tutto il possibile per trovare Lana, ma Émile è distratto, perché la consapevolezza che anche lui si sta trasformando in una creatura minaccia molto più del suo desiderio di condurre una normale vita da adolescente.
È nel secondo atto del film che Émile entra in contatto con Fix (Tom Mercier), l’instabile creatura alata della scena iniziale.
Émile, attratto da qualcuno che sente di comprendere la condizione che lo allontana dagli altri ragazzi della sua scuola, aiuta gradualmente Fix a imparare a volare.
L’evoluzione del loro rapporto mentore-uomo fa da contrappunto al rapporto padre-figlio tra François ed Émile, commovente e altrettanto serio, che viene messo alla prova dalla trasformazione di quest’ultimo.
Si intuisce che la fiducia in se stesso instillata in Émile dal rapporto con Fix aiuta in modo decisivo il nostro protagonista a uscire dal metaforico armadio.
Questo è Il regno animale nella sua massima lucidità e precisione.
Kircher conferisce una specificità struggente alla sua interpretazione, con i movimenti del corpo che cambiano leggermente per riflettere una pubertà mai vista prima.
Ma questo rende ancora più deludente il fatto che il film passi sopra al momento in cui un personaggio lo vede come un oggetto feticcio e affronti il tema dell’intolleranza della gente verso le creature ibride quasi a caso.
Alla fine, l’approccio morbido di Cailley ai vari punti della narrazione dà al film quasi la sensazione di un pilot televisivo esteso, in quanto ci sono molti semi piantati ma non abbastanza seguiti per far sentire The Animal Kingdom come una storia completa o che, come Fix, spicchi davvero il volo.