Dall’11 gennaio al cinema, il nuovo film di Waititi è un racconto spensierato e toccante sul riscoprirsi parte di un tutto.
Chi Segna Vince (Next Goal Wins), il nuovo film Searchlight Pictures, diretto dal vincitore dell’Academy Award Taika Waititi, con Michael Fassbender, uscirà nelle sale italiane l’11 gennaio.
“Chi Segna Vince” segue la nazionale di calcio delle Samoa Americane, tristemente nota a causa della brutale sconfitta 31 a 0 subita nel 2001. Mentre si avvicinano le qualificazioni alla Coppa del Mondo, la squadra ingaggia l’allenatore sfortunato e anticonformista Thomas Rongen (Michael Fassbender) sperando che possa riuscire a cambiare le sorti della peggiore squadra di calcio del mondo in questa toccante commedia su un gruppo di outsider.
Diretto dal vincitore dell’Academy Award Taika Waititi (Jojo Rabbit, Thor: Ragnarok) e basato su una storia vera, “Chi Segna Vince” arriverà al cinema l’11 gennaio 2024, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
La vera storia al centro di Next Goal Wins è bellissima, eppure le decisioni narrative di Waititi portano il film a perdere gran parte della sua magia naturale. C’erano tutti gli ingredienti per un fantastico film di benessere a tema sportivo, eppure non funzionano davvero.
Saggiamente, la storia cerca di tenersi lontana dal cliché del salvatore bianco: alcuni personaggi ci scherzano sopra in una scena e il personaggio di Fassbender è visto come ridicolo sotto lo sguardo incredulo della gente del posto.
Eppure ogni singolo personaggio samoano finisce per servire la storia dell’allenatore
In effetti, per la maggior parte di loro, quello sembra essere l’unico scopo. I tanti membri della squadra di calcio sono quasi confusi, poiché la sceneggiatura non è in grado di evidenziarne le personalità, le abilità o le storie personali. Non abbiamo bisogno di una biografia di ognuno di loro, ma sembrano dolorosamente poco importanti. Anche Elisabeth Moss e Will Arnett ottengono ruoli meglio definiti attraverso le loro brevi apparizioni.
C’è un senso di alterità nel ritratto dei samoani, e quasi nessuno di loro riceve lo stesso trattamento a più livelli del protagonista bianco.
C’è un’eccezione, sebbene quella trama sia altrettanto problematica.