“The Amateur” (2025) è un thriller d’azione diretto da James Hawes, basato sull’omonimo romanzo di Robert Littell.
Il film vede protagonista Rami Malek nei panni di Charles Heller, un crittografo della CIA la cui vita viene sconvolta dall’uccisione della moglie in un attentato terroristico a Londra. Frustrato dall’inazione dell’agenzia, Heller decide di intraprendere una missione personale di vendetta, sfruttando le sue competenze per rintracciare i responsabili.
Trama e ambientazione
Ambientato principalmente a Istanbul, il film aggiorna l’ambientazione originale del romanzo, spostandola dalla Praga della Guerra Fredda a un contesto geopolitico contemporaneo. La narrazione si concentra sulla trasformazione di Heller da analista introverso a vendicatore determinato, mettendo in luce le difficoltà di un civile che si confronta con il mondo dello spionaggio e dell’azione.
I personaggi:
Charles Heller (Rami Malek) – Il vendicatore riluttante
Charles è un crittografo della CIA, abituato a una vita dietro le quinte. Intellettuale, metodico e poco incline alla violenza, la sua esistenza viene sconvolta dalla morte della moglie in un attentato. Il trauma lo trasforma, costringendolo a uscire dalla sua comfort zone per affrontare il mondo reale dell’intelligence e del terrorismo.
- Evoluzione: da analista pacato a vigilante determinato.
- Punto di forza: l’intelligenza e la capacità di decodificare sistemi complessi.
- Debolezza: inesperienza sul campo e un trauma emotivo profondo che lo rende imprevedibile.
Malek riesce a dare corpo a questa metamorfosi con una recitazione intensa, sempre sul filo tra vulnerabilità e determinazione.
Agent Henderson (Rachel Brosnahan) – La doppia lealtà
Henderson è un’agente sul campo della CIA assegnata inizialmente per sorvegliare Heller. Il suo ruolo si evolve: da osservatrice critica a potenziale alleata.
- Caratteristiche: pragmatica, esperta, ma non insensibile.
- Conflitto interno: obbedienza agli ordini vs. empatia per Heller.
- Ruolo narrativo: è la bussola morale che mette in discussione i metodi dell’agenzia.
Rachel Brosnahan bilancia forza e delicatezza, portando in scena un personaggio che riflette i dilemmi morali del film.
Dana (Caitríona Balfe) – Il fantasma che guida l’azione
Dana, la moglie di Heller, è presente solo nella parte iniziale del film ma la sua assenza pesa su tutta la trama. Attraverso flashback e visioni, rappresenta il legame emotivo che spinge Heller ad agire.
- Funzione narrativa: simbolo del passato e della normalità perduta.
- Impatto emotivo: umanizza la missione del protagonista, rendendo la sua vendetta personale e non solo professionale.
CIA Director Burns (Laurence Fishburne) – Il sistema impersonale
Burns incarna la burocrazia e il pragmatismo della CIA. È cinico, controllato, e rappresenta l’apparato che vede il mondo in termini di priorità geopolitiche, non di giustizia personale.
- Caratteristiche: imperturbabile, autoritario, ma non privo di logica.
- Antagonismo sottile: più ostacolo che nemico, rappresenta ciò che Heller disprezza.
Fishburne dona gravitas e un’aura di potere controllato a un personaggio che preferisce la diplomazia all’azione.
Tom Bishop (Jon Bernthal) – L’ambiguo alleato
Tom è un ex agente operativo con un passato oscuro. Heller si affida a lui per imparare a sopravvivere sul campo.
- Caratteristiche: brutale, diretto, ma con un codice morale personale.
- Dinamica con Heller: mentore riluttante ma efficace.
- Archetipo: il lupo solitario stanco del sistema.
Jon Bernthal offre una performance fisica e intensa, dando al personaggio un’ambiguità affascinante.
Approfondiamo ora le dinamiche tra i personaggi principali e come si evolvono nel corso della trama di The Amateur.
Charles Heller & Agent Henderson – Alleati per necessità, poi per scelta
All’inizio, Henderson è incaricata di monitorare e contenere Heller dopo la sua insubordinazione. Lei lo considera un civile instabile, potenzialmente pericoloso, mentre lui la vede come un ostacolo. Tuttavia, man mano che Henderson scopre le falle dell’agenzia e la sincerità della missione di Heller, il rapporto si trasforma.
- Evoluzione: da sorvegliante/bersaglio a partner/alleata.
- Punto di svolta: una scena in cui Henderson assiste all’impatto emotivo di un’intercettazione fatta da Heller. In quel momento, capisce che non è un fanatico, ma un uomo in lutto e con una visione lucida.
- Dinamica finale: si crea una tensione quasi fraterna, fatta di rispetto reciproco e fiducia guadagnata sul campo.
Charles Heller & Tom Bishop – Il patto tra opposti
Il rapporto tra Heller e Bishop è uno dei più affascinanti del film. Bishop è cinico, letale, con una lunga carriera alle spalle e una visione disillusa della CIA. Accetta di aiutare Heller forse per senso di colpa o per ritrovare un senso nel proprio passato.
- Dinamica: mentore/novizio, ma con inversioni di ruolo. Bishop insegna a Heller a sopravvivere, ma a sua volta riscopre qualcosa attraverso l’idealismo e la determinazione di Heller.
- Momento chiave: una sequenza in cui Bishop propone di “lasciare perdere” e Heller rifiuta, obbligandolo a confrontarsi con la propria rassegnazione.
- Sottotesto: tra loro emerge un rispetto profondo, ma mai esente da conflitto. Bishop lo ammira, ma sa che Heller è destinato a perdere l’innocenza.
Charles Heller & Director Burns – Il conflitto tra individuo e istituzione
Questo è il vero conflitto ideologico del film. Burns non è un cattivo in senso tradizionale, ma rappresenta una struttura che preferisce “contenere” piuttosto che agire per giustizia. Heller è un grano di sabbia nel meccanismo.
- Contrapposizione: umanità vs pragmatismo.
- Scena cruciale: un dialogo teso in cui Heller chiede “Cosa farebbe se fosse sua moglie?” e Burns risponde freddamente “Ma non lo è.”
- Risultato: questa relazione non si risolve, ma incarna il messaggio del film: l’apparato istituzionale è spesso sordo alla moralità individuale.
Il fantasma di Dana – La guida invisibile
Anche se scomparsa, Dana è il “nucleo emozionale” del film. Attraverso ricordi, registrazioni vocali e fotografie, Heller la porta con sé ovunque. Lei è la bussola che gli impedisce di perdersi nel desiderio di vendetta.
- Uso narrativo: non è solo nostalgia, ma un costante dialogo interiore.
- Simbolismo: rappresenta la vita che Heller ha perso, ma anche la sua umanità.
- Momento emotivo: in una scena silenziosa, Heller ascolta un messaggio vocale di Dana mentre prepara un’azione pericolosa. Il contrasto tra dolcezza e violenza imminente è straziante.
In definitiva, il film costruisce una rete di relazioni dove tutti i personaggi mettono in discussione i propri principi, e dove la vendetta non è mai semplice, ma carica di dolore, dubbi e conseguenze morali.

Temi principali
1. Vendetta vs Giustizia
Il cuore emotivo del film è proprio questa tensione: Heller non cerca la giustizia nel senso istituzionale, ma una giustizia personale che sfiora la vendetta.
- La CIA rappresenta la giustizia istituzionale: calcolata, lenta, spesso compromessa.
- Heller, invece, incarna il bisogno immediato di rimettere ordine a una perdita. Ma questo lo porta spesso a operare al di fuori della legge e della moralità convenzionale.
- Domanda chiave: può una vittima trasformarsi in giudice e boia senza perdere sé stessa?
Il film non dà una risposta netta, ma mostra le conseguenze umane e psicologiche di entrambe le strade.
2. L’individuo contro il sistema
Un tema classico del thriller di spionaggio, ma qui reso più personale e intimo. Heller è un uomo comune, non un eroe, che si scontra con una macchina fredda e impersonale.
- Il sistema è mostrato come competente ma moralmente neutro, più interessato alla “stabilità globale” che alla verità o al dolore delle vittime.
- L’individuo, invece, ha cuore, ma è limitato dai suoi stessi sentimenti.
Questo contrasto crea uno dei conflitti più potenti del film e alimenta la sua carica drammatica.
3. Elaborazione del lutto e trauma
Molto del film è guidato non solo dalla trama, ma dalla psicologia del lutto. Heller non riesce a elaborare la perdita della moglie e il suo viaggio è anche un percorso interiore, alla ricerca non tanto dei colpevoli, ma di una risposta al dolore.
- Il trauma lo rende capace di azioni estreme, ma lo isola anche dagli altri.
- Il film mostra come la vendetta può essere una fuga temporanea, ma non cura il vuoto interiore.
Stile registico di James Hawes
James Hawes (regista già noto per episodi di Black Mirror, Slow Horses, Enola Holmes) porta nel film uno stile sobrio ma intenso, più vicino al thriller europeo che all’action hollywoodiana pura.
Caratteristiche salienti:
- Realismo visivo: le scene d’azione sono secche, quasi anti-spettacolari. Niente ralenti, poche esplosioni. L’adrenalina nasce dal contesto e dal ritmo, non dagli effetti speciali.
- Uso della luce e colore: tonalità fredde e metalliche per rappresentare l’ambiente della CIA e del potere; luce calda solo nei flashback con Dana.
- Istanbul come personaggio: la città non è solo sfondo, ma parte della narrazione. Hawes la filma con attenzione, mettendo in evidenza la tensione tra Oriente e Occidente, antico e moderno.
- Telecamera spesso ravvicinata: per seguire il volto di Rami Malek, catturandone ogni micro-espressione. Il regista costruisce la tensione più con i silenzi che con il montaggio serrato.
Influenze stilistiche:
- The Bourne Identity (per il realismo e la tensione sul campo)
- Tinker Tailor Soldier Spy (per l’approccio mentale e l’ambiguità morale)
- Munich di Spielberg (per la vendetta personale e le sue implicazioni)
In sintesi, The Amateur è un thriller raffinato, più interessato alla psicologia dei personaggi e alle implicazioni etiche delle loro scelte che allo spettacolo puro.
È il tipo di film che lascia spazio al dibattito, più che fornire risposte semplici.