Il film Queer di Luca Guadagnino, adattamento dell’omonima novella di William S. Burroughs, ha suscitato un ampio dibattito critico sin dalla sua presentazione in concorso alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia il 3 settembre 2024.

Ambientato nella Città del Messico degli anni ’50, Queer segue le vicende di William Lee (interpretato da Daniel Craig), un espatriato americano tossicodipendente che sviluppa un’ossessione per il giovane marinaio Eugene Allerton (Drew Starkey). Il film esplora temi come il desiderio non corrisposto, la dipendenza e la ricerca spirituale, culminando in un viaggio psichedelico in Sud America alla scoperta dell’ayahuasca. La regia di Guadagnino si distingue per un’estetica onirica e sensuale, con una fotografia curata da Sayombhu Mukdeeprom e una colonna sonora moderna firmata da Trent Reznor e Atticus Ross.​

Personaggi protagonisti

William Lee (interpretato da Daniel Craig) è un espatriato americano sulla soglia dei cinquant’anni, che vive un’esistenza solitaria e disillusa. Il personaggio, alter ego dello stesso Burroughs, è ritratto come un uomo spezzato e fragile, che nasconde dietro una corazza di ironia e disincanto un profondo desiderio di connessione umana. Craig offre una performance sorprendente, bilanciando sensualità, vulnerabilità e un romanticismo inatteso.

Eugene Allerton (interpretato da Drew Starkey) è un giovane studente appena arrivato in città, che diventa oggetto dell’ossessione amorosa di Lee. La loro relazione è segnata da uno squilibrio affettivo e da dinamiche mercenarie, in un crescendo di tensione che sfocia talvolta nel grottesco. ​

Queer si presenta come un’opera audace e visivamente affascinante che esplora tematiche profonde e controverse. La performance di Daniel Craig è stata ampiamente apprezzata, anche se il film ha diviso la critica per il suo approccio stilistico e narrativo.

Quello di Guadagnino è un film presente in modo naturale e intrinseco in tutto e per tutto, che però si apre anche alla natura irriducibile di ciò che rende gli esseri umani creature eternamente randagie e insoddisfatte, erranti e vagabonde, all’inappagabile ricerca di una qualche forma di sublimazione.

A stupire è ancora una volta la colonna sonora, che si concede svolazzi e anacronismi, fondendo i Nirvana di All Apologies e Come as You Are, i Verdena e il ritrovato contributo degli ormai fidati Trent Reznor e Atticus Ross, ma tutti i comparti tecnici sono al massimo dello splendore e della performatività.

Queer s’interroga dunque, in definitiva, sui fantasmi del desiderio, sulla componente perturbante e sfuggente di ciò che viaggia misteriosamente tra la mente, il cuore e i genitali senza trovare requie.

Lo fa senza timore di slabbrare la concretezza delle immagini e degli attori che le abitano, di ricorrere a mani che sfiorano, accarezzano e sognano, delineando traiettorie corporee e altre molto più oniriche, a dissolvenze incrociate, addirittura a corpi che si fanno vere e proprie emanazioni fantasmatiche per fondersi insieme, con la stessa naturalezza raffinata con cui amplessi e vedute paesaggistiche vengono fatte coincidere con sperma, sudore e lacrime.

Guadagnino adotta uno stile visivo ricercato e iperrealista, trasformando il Messico in un’immagine sospesa tra pittura e fotografia. La palette cromatica calda e avvolgente, con tonalità sabbiose, contribuisce a creare un’estetica visivamente sublime e di una bellezza straziante. ​

Il regista si avvale della fotografia di Sayombhu Mukdeeprom e della colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, che arricchiscono ulteriormente l’esperienza sensoriale del film. La narrazione è ridotta all’essenziale, diventando quasi un pretesto per esplorare la potenza del linguaggio cinematografico. Guadagnino sembra interessato più al gesto del fare cinema che alla linearità del racconto, con uno stile che richiama a tratti l’iperrealismo pittorico o l’atmosfera sospesa degli edifici di Edward Hopper.


Incassi e distribuzione

  • Budget: circa 48 milioni di euro
  • Incasso globale: 5,5 milioni di dollari
  • Distribuzione: A24 negli Stati Uniti (uscita limitata il 27 novembre 2024, nazionale il 13 dicembre) e Lucky Red in Italia (uscita il 13 febbraio 2025)

Nonostante l’attenzione mediatica e le recensioni positive, il film ha avuto un rendimento al botteghino inferiore alle aspettative.​


Accoglienza critica internazionale

Il film ha ricevuto recensioni generalmente favorevoli, con un punteggio del 77% su Rotten Tomatoes (basato su 212 recensioni) e una media di 72 su 100 su Metacritic .

  • Financial Times: ha elogiato la performance “ipnotica” di Craig e l’estetica sognante del film, pur notando una certa distanza rispetto al tono satirico dell’opera originale di Burroughs .​
  • El País: ha definito Craig “formidabile” nel ritrarre le luci e le ombre di Burroughs, sottolineando la vulnerabilità e la complessità del personaggio .​
  • Le Monde: ha criticato il film per una messa in scena troppo esplicativa e una mancanza di originalità, definendolo “caricaturale” e guidato eccessivamente dallo spettatore .​
  • GQ: ha descritto Queer come “il film più divisivo dell’anno”, lodando la sua ambizione estetica e il coraggio nel trattare temi complessi, pur riconoscendo che potrebbe non piacere a tutti .​

Premi e riconoscimenti

  • Inserito tra i dieci migliori film del 2024 dalla National Board of Review
  • Daniel Craig ha ricevuto il premio come Miglior Attore dalla stessa organizzazione e nomination ai Golden Globe, Critics’ Choice e Screen Actors Guild Awards

Censura

In Turchia, il film è stato vietato per “contenuti provocatori che potrebbero mettere in pericolo la pace pubblica”, portando alla cancellazione del Mubi Fest Istanbul da parte della piattaforma Mubi in segno di protesta .​

Nonostante il successo limitato al botteghino, Queer si afferma come un contributo significativo al cinema contemporaneo.

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