Il 25 aprile è la giornata perfetta per vedere (o rivedere) Porco Rosso, uno dei capolavori di Hayao Miyazaki in cui è più esplicito il legame del maestro giapponese con l’Italia.  

Porco Rosso è un grido di libertà contro la guerra, l’oppressione e il fascismo, tanto che alla richiesta di rientrare in Italia e aderire al regime, il protagonista Marco Pagot, aviatore anarchico e solitario, non esita a rispondere: “Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale!

Una scena diventata simbolo del pensiero politico di Miyazaki e che in moltissimi, oggi, associano proprio al Giorno della Liberazione, che quest’anno festeggia l’ottantesimo anniversario.

Sinossi

Marco Pagot è un asso dell’aviazione militare italiana che, in seguito ad un misterioso incidente durante la Prima Guerra Mondiale al quale sopravvive miracolosamente, assume per magia l’aspetto di un maiale antropomorfo. Con il nome di battaglia di Porco Rosso, a bordo del suo idrovolante vermiglio, decide di ritirarsi dal mondo militare e di guadagnarsi da vivere facendo il cacciatore di taglie. Ma l’arrivo del pilota americano Curtis, assoldato dai Pirati del Cielo, lo costringerà a nuove battaglie sui cieli dell’Adriatico, continuando a combattere contro il fascismo per la salvaguardia dell’umanità e per la riconquista di un perduto amore

Curiosità sul film:

1. Il protagonista si chiama come un animatore italiano

Marco Pagot non è un nome scelto a caso. È un omaggio a una famiglia di animatori italiani realmente esistenti: i fratelli Pagot, creatori di Calimero. Miyazaki era affascinato dall’animazione europea e ha voluto lasciare un tributo diretto.

2. L’origine? Un cortometraggio per la Japan Airlines

Il film nasce come cortometraggio di 45 minuti destinato ai passeggeri della Japan Airlines. Solo in un secondo momento Miyazaki decise di espandere la storia fino a farne un lungometraggio. Ecco perché ha un ritmo più libero e contemplativo rispetto ad altri suoi lavori.

3. Un maiale per scelta morale

Marco si è trasformato in un maiale perché ha rinunciato alla propria umanità dopo aver perso amici e colleghi in guerra. La frase “Meglio essere un maiale che un fascista” è una delle più potenti del film: una critica netta e poetica alle dittature e alla guerra.

4. L’amore per l’Italia

Miyazaki ha una vera passione per l’Italia. L’ambientazione si ispira alla costa dalmata e all’Italia meridionale, e nel film si respira un’aria mediterranea autentica, con citazioni architettoniche, musicali e culturali italiane. Persino il marchio FIAT appare sulle macchine volanti!

5. Fio: l’eroina che conquista tutti

Fio Piccolo è una delle figure femminili più brillanti del Ghibli. Giovane, intelligente, indipendente, è un’ingegnera che costruisce e ripara idrovolanti. Simbolo dell’emancipazione femminile, è anche una proiezione degli ideali di Miyazaki sulle donne.

6. Un film di guerra… ma anche d’amore e malinconia

Sotto l’aspetto avventuroso e comico, Il maiale cremisi è un film profondamente malinconico. Parla di rimpianti, di fantasmi del passato e di scelte difficili. Marco vola per restare lontano dalla terra e dal dolore, ma l’amore (forse) lo riporterà indietro.

7. Non è mai troppo tardi per tornare umani

Il finale è volutamente ambiguo: Marco torna umano? Rimane un maiale? Miyazaki non dà risposte, ma lascia spazio alla speranza. Come spesso accade nei suoi film, il cuore batte più forte delle parole.

Programma

  • Napoli – cinema Metropolitan, ore 16.00
  • Roma – cinema Quattro Fontane, ore 16:00 e ore 18.00
  • Firenze – cinema Astra, ore 19.00
  • Bologna – cinema Odeon, ore 16.00
  • Genova – cinema Sivori, ore 19.00
  • Milano – cinema Anteo, ore 19.30
  • Torino – cinema Eliseo, ore 16.00

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical