I boss della mafia Frank Costello (Robert De Niro) e Vito Genovese (Robert De Niro) si contendono il potere nella New York degli anni ’50.

Se l’età digitale della santa trinità composta da Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci in The Irishman di Martin Scorsese a volte distraeva un po’, preparatevi a vedere il doppio De Niro in The Alto Knights di Barry Levinson, in lavorazione da molto tempo. Dimostrando che quando si tratta dei grandi non si è mai troppo bravi, De Niro interpreta entrambi i ruoli principali: quello di don Frank Costello, sul punto di ritirarsi in silenzio, e quello del suo irascibile amico d’infanzia e barone della droga Vito Genovese, con il quale è costretto a confrontarsi.

Basato su una storia vera di guerra tra mafiosi e scritto dallo sceneggiatore di Quei bravi ragazzi Nicholas Pileggi, il film è in lavorazione dagli anni ’70 e ha finalmente ottenuto il via libera nel 2022. Guardando le prime sequenze si ha certamente una sensazione di déjà vu: il film si apre in media res nel 1957 con un atto di violenza, la narrazione di Frank entra in scena e rapidi montaggi di filmati d’archivio ci trascinano in questo mondo ormai passato delle lotte di potere della mafia di New York, con gli Alto Knights come club sociale che frequentavano. Sembra tutto un film di Scorsese in versione ridotta, ma è piacevole, come sprofondare in una poltrona malandata ma molto amata.
È sempre un piacere vedere De Niro brindare alla rovina dei suoi rivali.

De Niro offre una solida e autorevole interpretazione del boss Frank, ma si diverte chiaramente di più a masticare la scenografia sotto strati di protesi nei panni del volubile Vito, che è nato, opportunamente, sotto il Vesuvio. Questi ex amici e opposti completi hanno due scene importanti insieme in cui interagiscono senza soluzione di continuità. Il regista Barry Levinson, di Rain Man e Bugsy, si diverte chiaramente a stuzzicare De Niro e a guardarlo mentre recita, anche se a volte sembra che De Niro interpreti Vito più come un’imitazione di Joe Pesci che come una persona reale. Il supporto arriva da Cosmo Jarvis nei panni di un sicario pasticcione e Debra Messing nei panni della moglie di Frank, ma la protagonista è Kathrine Narducci di I Soprano nei panni di una focosa proprietaria di un club che non si fa certo intimidire da Vito.

The Alto Knights sembra puntare a un tono elegiaco simile a quello di The Irishman, piangendo nostalgicamente sia un tempo perduto che un genere cinematografico trascurato. Ma trova il suo ritmo nei momenti più sciocchi, in particolare in una sequenza farsesca di mafiosi anziani che cercano di fuggire da un incontro all’aperto nello stato di New York, dove sono stati messi alle strette dalla polizia. Non è certo un ritorno all’età d’oro dei gangster, ma è sempre un piacere vedere De Niro brindare alla rovina dei suoi rivali.
A volte goffo e retrogrado, ma allo stesso modo di una storia raccontata da un nonno, The Alto Knights ci ricorda che De Niro sarà sempre il più grande gangster del cinema.

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