Da pochissimo è arrivato nelle sale cinematografiche Biancaneve, l’ultimo live action firmato Disney. Prima ancora della sua uscita, il film è stato preceduto da un’ondata di polemiche: dalle critiche di chi lo ha accusato di essere “woke” per le scelte di cast e la nuova narrazione, alle dichiarazioni dell’attore Peter Dinklage sulla rappresentazioni dei nani, fino alle posizioni politiche opposte delle due attrici protagoniste. Rachel Zegler è infatti schierata dichiaratamente a favore della Palestina, Gal Gadot, israeliana e sostenitrice del suo paese d’origine. In un clima tutt’altro che sereno, dopo anni di rinvii di riprese e incidenti sul set – tra cui l’incendio che ha colpito uno studios a Los Angeles nel marzo del 2022 – il film è finalmente uscito nei cinema italiani il 20 marzo.
Riadattamento del primo classico Disney del 1937, la storia segue Biancaneve (Rachel Zegler) in una versione decisamente modernizzata. La protagonista è infatti una nuova eroina giusta e impavida, attenta al benessere del suo popolo, in netto contrasto con la Regina Cattiva (Gal Gadot), che ha ottenuto il potere con la violenza e governa instaurando il terrore. Dopo essere fuggita da palazzo, Biancaneve si rifugia nella casetta dei nani, punto di partenza per un viaggio di scoperta, consapevolezza e cambiamento, che ricalca lo schema classico del viaggio dell’eroina.
L’inserimento di alcuni elementi moderni narrativi, tra cui il riadattamento di alcune canzoni iconiche come Provate a fischiettar o un maggior approfondimento su Cucciolo risulta intrigante, aggiungendo una visione più ricca sia ad alcuni personaggi che alle scene. Tuttavia, il risultato finale appare caotico e poco omogeneo.

Probabilmente l’intento era quello di accontentare sia i fan nostalgici, attraverso alcuni richiami al classico originale, sia un pubblico più giovane, introducendo elementi innovativi alla storia. Il rischio, però, è che nessuno ne esca pienamente soddisfatto. Lo sviluppo della trama appare frenetico, con eventi che si susseguono rapidamente senza il giusto approfondimento, mentre la maggioranza dei personaggi resta sullo sfondo, senza riuscire a creare nessuna particolare connessione emotiva con il pubblico.
Dal punto di vista visivo, purtroppo la CGI non è delle migliori, in particolare per la realizzazione dei nani, che risultano decisamente troppo artificiali. Anche i costumi appaiono finti e poco accurati, compromettendo la sospensione dell’incredulità e rendendo il world-bilding di Biancaneve meno immersivo di quanto dovrebbe essere.
Del cast si distingue Rachel Zegler, che nelle sequenze di canto incanta nuovamente con la sua voce, proprio come in West Side Story di Steven Spielberg.
Anche la storia d’amore subisce un cambiamento significativo. È apprezzabile il fatto che questa nuova Biancaneve non sia definita esclusivamente dal legame romantico con un principe che appare sotto il suo palazzo, come nel classico originale. In questa versione, infatti, il principe non c’è. Al suo posto troviamo Jonathan (Andrew Burnap), un ladro che vorrebbe un nuovo ordine nel regno, ispirandosi ai valori del vecchio re, il padre di Biancaneve. Sebbene tra lui e la protagonista ci sia una forte intesa, la loro relazione non è così primaria rispetto al percorso interiore della protagonista, che diventa poi determinata a riprendersi il trono e riportare la gentilezza nel regno.

La scelta di farlo provenire da un contesto diverso—un ladro anziché un principe—non incide realmente sulla trama: Jonathan, infatti, avrebbe potuto rimanere un nobile e la sua funzione narrativa sarebbe rimasta invariata. Nonostante ciò, il suo è un personaggio sicuramente più carismatico e presente del principe del classico Disney, e questa nuova dinamica amorosa segna un distacco evidente, aggiungendo un ulteriore livello narrativo e più intrigante alla storia.
In conclusione, Biancaneve è un live action che tenta di rinnovare la storia originale arricchendola con nuove prospettive e dinamiche, ma che fatica a farlo a causa di una costruzione narrativa poco solida e del poco approfondimento dei personaggi, che rendono il film caotico e poco incisivo.
Speriamo però che le nuove generazioni di bambini, meno legate al classico del ’37, sappiano apprezzarlo ed emozionarsi comunque, lasciandosi coinvolgere dalla nuova storia di una delle principesse più famose di sempre.