FolleMente, il nuovo film di Paolo Genovese, arriva al cinema dal 20 febbraio. A quasi dieci anni da Perfetti Sconosciuti, il regista torna a esplorare le dinamiche interpersonali, costruendo nuovamente una storia che si sviluppa quasi interamente in un’unica location. Questa volta il filo conduttore è un primo appuntamento tra Lara e Piero, interpretati rispettivamente da Pilar Fogliati e Edoardo Leo, che dimostrano ancora una volta la loro bravura.

Un incontro in cui si mescolano dubbi, disagi e pensieri intrusivi, in cui i due cercano di conoscersi e, inevitabilmente, di mettersi in discussione.

Ma non saranno soli. Questa volta infatti il film alterna due prospettive: da un lato seguiamo Lara, giovane donna single reduce da una brutta esperienza passata e Piero, professore di storia e filosofia che si lascia alle spalle un matrimonio fallito, visti dall’esterno; dall’altro veniamo catapultati nei loro pensieri più intimi, che prendono forma sullo schermo.

Genovese dà vita, volto e carattere alle personalità che affollano la mente dei protagonisti, con un espediente narrativo che ricorda Inside Out, il noto film d’animazione Disney Pixar.

Nel cervello di Lara prendono forma Trilli (Emanuela Fanelli), Scheggia (Maria Chiara Giannetta), Alfa (Claudia Pandolfi), Giulietta (Vittoria Puccini), mentre in quello di Piero convivono Il Professore (Marco Giallini), Romeo (Maurizio Lastrico), Valium (Rocco Papaleo) ed Eros (Claudio Santamaria). 

Mentre Lara e Piero si muovono tra sorrisi e paure, le loro menti sono un fiume in piena: le loro personalità si rimproverano, si prendono cura l’uno dell’altra, si confidano e si scontrano, dando vita a situazioni esilaranti e imbarazzanti rese autentiche anche grazie al lavoro corale di un cast davvero brillante.

Con il suo stile registico distintivo, Genovese ci conduce nelle intimità delle dinamiche dei rapporti sociali, esplorando il vortice emotivo dei protagonisti e giocando con ansie, tensioni e incertezze. Sentimenti in cui è facile riconoscersi perché in molti, almeno una volta in questi contesti, si sono chiesti cosa dire, cosa evitare, come farsi apprezzare.

Ogni persona è infatti il risultato di mille sfaccettature, di una moltitudine di emozioni che possono scontrarsi, bilanciarsi o prendere il sopravvento a seconda delle situazioni e dello stato d’animo. E in un primo appuntamento, quando si cerca di far colpo o di capire chi si ha di fronte, la mente diventa un caos di pensieri contrastanti che può generare un istantaneo conflitto interiore. Dove ogni parola, ogni frase, ogni gesto è sul filo del rasoio, pronto a essere giudicato o ricordato.

E quindi è meglio mettersi a nudo, rivelando anche qualcosa di sé che può far spaventare l’altro, o seguire delle regole di comportamento che però possono snaturarci?

Grazie anche al lavoro di scrittura condiviso con Francesco Piccolo, Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella, Flaminia Gressi, Genovese mette in scena con freschezza e sincerità le contraddizioni e le complessità dei primi incontri, mostrando come la mente possa trasformarsi in un attimo da miglior alleata a primo nemico.

Infatti, tra gag e riflessioni, FolleMente si muove tra leggerezza e comicità, ma non rinuncia a spunti più profondi. Se da un lato presenta qualche stereotipo e alcuni scambi di battute non sempre in linea con i tempi, dall’altra invece introduce delle tematiche e delle situazioni più attuali.

Il film individua alcune dinamiche interpersonali che stanno emergendo anche nel nostro cinema italiano, come una rappresentazione più sincera della sessualità e del piacere femminile, senza relegarlo in secondo piano rispetto a quello maschile, e una visione della sensibilità non solo come prerogativa femminile, ma anche maschile, esplorando vulnerabilità e emotività in modo realistico.

In conclusione, FolleMente è una commedia italiana che riesce a bilanciare sapientemente ironia e serietà, dove il cast dà vita a dei personaggi divertenti e dalle numerose sfaccettature. Come una partita di ping-pong, il film passa da una battuta all’altra, mantenendo un ritmo estremamente dinamico, variegato e coinvolgente. Alla fine però, non è importante chi vince, ma il viaggio di scoperta che si intraprende, il coraggio di mettersi a nudo ed esplorare i confini di sé stessi e dell’altro, con tutti i dubbi che ne derivano.

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