Oggi come stampa abbiamo assistito alla proiezione del film insieme a decine di classi di adolescenti degli istituti superiori di Roma.
Io personalmente mi sono sentito in grossa difficoltà fin dall’inizio nel vedere che buona parte dei ragazzi venuti in sala a vedere la pellicola ha preso sottogamba la visione di un film così delicato e importante, soprattutto per loro, comportandosi come se stessero vedendo l’ultimo film degli Avengers o un film della saga di Star Wars, che per carità per quei film che argomentano cose molto più leggere ci può anche stare ma oggi anche no!
Forse sono troppo vecchio io (ma neanche tanto visto che chiunque fosse presente in sala per la stampa ha sottolineato la stessa cosa) ma mi aspettavo comunque un comportamento da parte dei ragazzi più rispettoso soprattutto visto l’argomento che trattava il film invece fin dall’inizio sembrava di essere più allo stadio che in una sala cinematografica.
Nessun rispetto né per la pellicola, né per il messaggio che l’autore del film Roberto Proia voleva mandare e nemmeno per la mamma di Andrea Spezzacatena che aveva scritto un libro dal quale è stata tratta la pellicola.
Per tutta la durata del film abbiamo assistito non solo ad applausi continui e tifo da stadio quasi a schernire quanto visto ma c’è chi racconta anche di aver sentito qualche commento omofobo, il tutto senza che nessun professore fosse intervenuto a dire o a fare qualcosa, gli unici due inviti a smettere sono arrivati da noi addetti della stampa ma naturalmente senza esito.
Lo sceneggiatore Roberto Proia, nella conferenza avvenuta subito dopo la visione con ancora i ragazzi in sala, aveva detto: “Speriamo che il film abbia dato uno spunto per fare delle riflessioni giuste, l’importante è fare un passo avanti in merito a questo tema“ ma sicuramente non era a conoscenza di quanto avvenuto durante la proiezione.
Ma lo sapevano i ragazzi cosa dovevano vedere? Certo che lo sapevano ma l’hanno ignorato provocando una cosa che assomiglia molto a quegli atti di bullismo che ha subito il povero Andrea e che lo hanno portato al suicidio.
In merito a questo argomento in Italia non è che c’è ancora molto da fare ma ho come l’impressione che si debba veramente cominciare da zero.