Partiamo da un presupposto, in realtà la seconda stagione non era mai stata annunciata ma viste le tante cose lasciate in sospeso e i due cliffanger finali tutto faceva capire che l’idea c’era ed era ben predisposta.

Veniamo i fatti:

L’affidabilissimo sito “Deadline” ha divulgato la notizia di un rumors che la seconda stagione di “the Acolyte” è stata cancellata a casua delle bassissime visioni in streaming.


Per capirne il vero motivo ancora una volta il dibattito si è concentrato da una parte su quanto è tossico e irragionevole il fan medio di Star Wars, mentre dall’altra su quanto i prodotti woke siano garanzia di fallimento.


Ma anche questa volta la verità sta nella regina delle ovvietà, una cosa che ormai dico da sempre: se un film o una serie vanno male forse la colpa non è di quanto è esigente un gruppo di fan o di quante donne forti, gay, persone di colore ci sono all’interno di questa storia, ma che le ragioni vanno cercate in due elementi come la SCRITTURA e la caratterizzazione dei personaggi.


Che prima di chiedersi se una storia è “woke” o non woke bisogna chiedersi se è stata raccontata bene e se effettivamente i milioni spesi dalla Disney siano stati ben spesi.


È un dato di fatto che “the Acolyte” è stata scritta male e con superficialità.

L’idea di massima era anche buona ma lo sviluppo della stessa è stata frettolosa e lo dimostra il fatto che pur avendo puntate molto brevi abbiamo visto scene ripetute e inutili riempitivi a dimostrazione proprio della mancanza di idee per svilupparla.
In più il tutto è stato anche confusionario e secondo me anche montato male.


Il punto di forza di questa serie era l’aver preso un periodo mai esplorato in live action, stiamo parlando di circa cento anni prima di Episodio uno.

C’erano tantissimi altri prodotti, soprattutto cartacei, dai quali attingere storie da sviluppare ma sono stati prontamente ignorati.

Questa è la colpa più grande, mancanza di idee quando di idee, volendo, ce n’erano davvero tantissime.

E veniamo ai personaggi:

Se mi ingaggi Carrie Ann Moss creagli un personaggio degno di quel nome.

Ok, che muoia subito e che compaia solo nei flashback, me lo faccio anche andare bene ma ancora dobbiamo capire, oltre al ruolo di una quasi comparsa dallo sviluppo molto piatto per le capacità dell’attrice, cosa abbia fatto di tanto grave da essere uccisa.

Anche la giovane Amandla Stenberg, che addirittura interpretava due personaggi, a livello di scrittura è stata bistrattata e non poco.


Il personaggio interpretato da Manny Jacinto è anche interessante ma in otto puntate la serie non ci ha detto né chi è né da dove viene fuori.

All’inizio il Maestro Sol (Lee Jung-jae) è stato anche caratterizzato bene peccato che poi alla fine l’hanno fatto sembrare più un pivello che un Maestro Jedi.

E per finire i due fanservice sparati alla fine non ti fanno di sicuro salire l’asticella del gradimento.

Io solo una cosa posso ripetere a Lucas Film: il problema non sono né i fans cosiddetti tossici né il woke, il problema sta nel fatto che se continui con queste scritture superficiali, solo per fare qualcosa a tutti costi, rischi di fare harakiri.


E chi ti scrive è un tuo fan dal 1977 che ti vuole bene e non poco!!

N.B. Questo articolo contiene solo un’opinione, un parere o un’interpretazione personale dell’autore che può – eventualmente – essere diversa o discordante dalle opinioni del resto della redazione di Like in a Movie.

Lascia un commento