Il film culto sbarca su Netflix e noi lo festeggiamo così

C’è chi odia il Natale e chi lo ama, chi non vede l’ora di ritrovare tutti i parenti e chi invece sta male al pensiero di tutti quei regali da comprare. C’è però un’altra categoria da tenere in considerazione, quella dei così detti parenti serpenti. Chi sono? Lo vediamo con uno dei film più famosi di Mario Monicelli, che potete finalmente trovare su Netflix.

TRAMA DEL FILM

Ci troviamo in Italia all’inizio degli anni Novanta, precisamente a Sulmona, un tranquillo comune in provincia dell’Aquila e quattro figli si riuniscono a casa dei genitori per festeggiare l’arrivo del Natale, portando con loro le rispettive famiglie.
La voce narrante sarà quella del protagonista più giovane, il piccolo Mauro, che per il rientro a scuola dovrà scrivere un tema sulle sue vacanze.
Mentre nei bar risuona Libero dialogo di Eros Ramazzotti e le vie del centro si riempiono di chi è alla ricerca degli ultimi regali, Mauro inizia a parlarci di Sulmona, della scuola che aveva frequentato la sua mamma, di Assunta che “rende la vita dei militari meno dura” o di Osvaldo soprannominato la Fendessa.
Nel frattempo, a casa di nonno Saverio e nonna Trieste, arrivano i parenti.
La mamma di Mauro è una bibliotecaria di nome Lina, sempre inacidita e ossessionata dall’alimentazione, mentre il papà si chiama Michele ed è un geometra con convinzioni politiche abbastanza confuse (ha la tessera della DC ma non l’ha mai votata).
Milena, la sorella di Lina, non può avere figli ma è una devota fan di Mike Bongiorno e dei quiz televisivi. Il suo più grande difetto? E’ troppo buona!
Alla tavolata si aggiungeranno altri due fratelli, Alessandro e Alfredo.
Alessandro lavora alle poste e si è iscritto al movimento ecologista “Amici della Terra”, ha sposato Gina (che non si sa bene cosa faccia nella vita ma secondo sua cognata “Ne ha combinate e ne combina di tutti i colori”) e con lei ha avuto Monica, teenager golosa di cioccolato e aspirante ballerina di Fantastico.

Infine c’è Alfredo, scapolo e insegnante presso un collegio femminile, creduto da tutti un donnaiolo anche se non ha mai presentato a nessuno una singola ragazza.
Tutti sono arrivati e la festa può cominciare.
Le canzoni di Mina, le cognate che sparlano di conoscenze in comune, gli uomini di casa che discutono di politica, un piatto di tortellini in brodo mentre alla tv c’è la Messa di Natale o la Bertè.
Monicelli realizza un ritratto perfetto dell’Italia di quegli anni e mette insieme una commedia dolce amara, in cui i parenti sembrano vivere pacificamente tra loro mentre serbano rancori decennali pronti ad esplodere.
Ma è grazie ai nonni di Marcello che la verità verrà finalmente a galla. I due, infatti, non possono più vivere soli a causa dell’età che avanza e per questo hanno deciso di andare a vivere presso uno dei loro figli. Chi sceglierà di accoglierli otterrà in cambio la vecchia casa e una parte consistente della loro pensione. La notizia porterà con sè il caos, perché la verità è che questi genitori non li vuole nessuno. Quello che però tutti desiderano è l’eredità che i due anziani lasceranno una volta passati a miglior vita. A quel momento, in fondo, quanto potrà mai mancare?

Parenti Serpenti con il passare degli anni è diventato un cult del cinema italiano, forte anche di interpretazioni indimenticabili e frasi passate alla storia. Per esempio, se a Natale qualcuno dovesse farvi un regalo terribile, voi non dovete fingere felicità, ma rispondere: “Hai esaudito un sogno!”.

Un pensiero su “Parenti Serpenti: un cult natalizio tutto all’italiana!”

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