Ciò che otterrete da Contact dipenderà in gran parte dalla vostra opinione sulla ricerca da parte dell’umanità della prova che non siamo soli o che esiste un Dio (le due facce della medaglia di Contact sono stuzzicanti e opposte). Ma non è necessario aver letto il libro di Carl Sagan, da cui è tratto il film, basta aver guardato le stelle e esserselo chiesto…

La storia è quella di Ellie Arroway (Jodie Foster), orfana e single, ma che si rifiuta di credere che siamo soli nell’universo. Ispirata dal ricordo del padre, dopo essere stata sfrattata dalla struttura dove lavorava come ricercatrice ed aver fatto tantissimi tentativi andati a vuoto, ora lavora come astronoma setacciando le onde radio dello spazio profondo con un piccolo team (tra cui un ottimo William Fichtner nei panni dell’astronomo cieco Dr. Kent Clark) finanziato dal miliardario solitario S.R. Hadden (Hurt). Ellie e la squadra sono visti come emarginati da gran parte dell’establishment, compreso il suo ex capo Drumlin (Tom Skerritt), finché non capta un segnale anomalo che proviene da Vega.

Ma le reazioni alla sua scoperta la deludono: il consigliere per la sicurezza nazionale (Woods) ha una visione negativa; Drumlin si prende il merito; e solo il consigliere presidenziale Constantine (un’eccellente Angela Bassett) adotta una ragionevole via di mezzo. Mentre il mondo impazzisce e i pazzi diventano religiosi, il segnale viene analizzato ma non compreso. Poi Hadden interviene e il segnale viene decodificato come il progetto di una macchina gigante che promette trasporto, contatto e la verità definitiva… per una sola persona.

Zemeckis ripropone tutti i brillanti trucchi stilistici che hanno reso Forrest Gump una tale delizia visiva: magia digitale (dando al Presidente Clinton quasi lo stesso tempo di presenza di alcuni co-protagonisti); splendida fotografia (di Don Burgess, che dipinge immagini mozzafiato delle parabole satellitari del Nuovo Messico) e una sequenza di apertura (che torna dalla Terra allo spazio profondo) che potrebbe essere il più grande inizio di film di tutti i tempi il tutto contornato da una colonna sonora da brividi (Alan Silvestri).

In alcuni punti il film sembra un po’ troppo lungo, ma per niente noioso o lento, e troppo profondo nei sentimenti, soprattutto nello sviluppo della storia d’amore tra Arroway e lo studioso religioso-consigliere governativo di McConaughey.

Stranamente, McConaughey entra ed esce più come coscienza morale del film che come compagno di Arroway, ma recita bene con una presenza che supera di gran lunga gli anni che aveva all’epoca. E con la Foster al centro dell’attenzione, Zemeckis non può sbagliare. L’attrice è brillante (e più bella che mai), nei panni dell’individuo forte il cui idealismo conduce l’intero pianeta verso un salto gigantesco.

E’ un fim serio, perché Contact non si limita al puro livello visivo, ma ribadisce l’idea che il progresso più grande si fa a “piccoli passi” verso l’illuminazione. Siamo abituati da tempo a vedere i film che ci dicono che non siamo soli, ma Contact è il primo film che prende sul serio la risposta quanto la domanda.

Il film è uscito nelle sale negli USA l’11 luglio 1997 e nelle sale italiane il 26 novembre 1997.

Con un budget di produzione di 90 milioni di dollari, il film ha incassato 171 milioni di dollari in tutto il mondo.

Il film è stato accolto molto positivamente, sia per l’ottimo incasso al botteghino (quasi il doppio dei costi di produzione) sia per le tematiche trattate. Il critico Roger Ebert paragona Contact come importanza a “Incontri ravvicinati del terzo tipo” film cult del 1977 di Steven Spielberg, definendolo come uno dei migliori studi cinematografici sulla vita aliena. Ebert aggiunge Contact alla lista dei migliori film di sempre, nella Great Movies collection. Un altro critico, James Berardinelli, definisce Contact uno dei migliori film del 1997 e sostiene che il film è la dimostrazione che Hollywood è capace di creare magie, definendolo fra i migliori film di fantascienza ed equiparandolo ad un’autentica pietra miliare di tale genere, 2001: Odissea nello spazio di Stanley Cubrick, del 1968. Mick LaSalle del San Francisco Chronicle dice di aver gradito i primi 90 minuti per poi non aver apprezzato i troppi effetti speciali nel finale. Rita Kempley del Washington Post invece è fra i pochi critici a dichiarare di non aver gradito il film, definendolo troppo basato sul dibattito fede/scienza.

La pellicola uscì in un anno ricco di film rimasti celebri, molti dei quali anche di fantascienza, ma tra tutti quello di maggior successo fu Titanic. Contact fu nominato agli Academy Award per il miglior sonoro, ma l’Oscar fu uno dei tanti vinti dal colossal di James Cameron dedicato al naufragio della famosa nave Inglese. Jodie Foster fu nominata come miglior attrice per il Golden Globe, vinto poi da Judie Dench con “La mia Regina”.

Contact ha vinto il premio Hugo nel 1998 nella categoria Best drammatic presentation prevalendo su candidati come Gattaca, Men in black e Starship Troopers. La Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films ha premiato Jodie Foster (Best Actress) e Jena Malone (Best Performance by a Younger Actor) al 24º Saturn Awards. Al Saturn Award sono stati nominati anche Robert Zemeckis come miglior regista, gli sceneggiatori James V. Hart e Michael Goldenberg e il compositore della colonna sonora Alan Silvestri. Sempre al Saturn Award, Contact era stato fra i candidati come miglior film di fantascienza, ma il premio fu vinto da Men in Black.

Interpreti e personaggi
Jodie Foster: Ellie Arroway
Matthew McConaughey: Joss Palmer
David Morse: Ted Arroway / l’extraterrestre
Jena Malone: Ellie da giovane
Geoffrey Blake: Fisher
William Fichtner: Kent
Tom Skerritt: David Drumlin
Angela Bassett: Rachel Constantine
John Hurt: S. R. Hadden
Jake Busey: attentatore
Rob Lowe: Richard Rank
James Woods: Michael Kitz
Alex Veadov: astronauta russo

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