La narrazione di qualità scompare in una galassia molto molto lontana.
È difficile sapere da dove cominciare con Star Wars. Dal terribile tentativo di ricostruire la storia di Obi-Wan in Obi-Wan a The book of Boba Fett, che ha abbandonato il suo personaggio principale per concentrarsi su Mando per due episodi, questa galassia lontana lontana sembra essersi allontanata ancora di più da ciò che ha reso gli originali così amati.
Dopo l’amaro sapore che la trilogia dei sequel ha lasciato in molti, The Mandalorian sembrava un piccolo raggio di speranza; una piccola ribellione che si opponeva all’infinita e oscura melma di mediocrità proveniente dalla Disney. Purtroppo, questa ribellione si sgretola nella terza stagione, con una storia priva di direzione e a tratti farsesca.
Se non avete visto The book of Boba Fett, l’inizio di questa stagione avrà poco senso, nonostante un leggero riassunto di ciò che è avvenuto fuori dallo schermo. Grogu decide di rimanere con Mando dopo una lunga riflessione, decidendo che “questa è la via” da seguire. Tuttavia, il grande compito di Mando è quello di redimere il suo passato, espiando il peccato di essersi tolto l’elmo immergendosi nelle acque di Mandalore.
Lungo il percorso – e dopo varie deviazioni che seguono diversi personaggi nell’universo – Mando viene raggiunto da Bo-Katan, che essenzialmente prende le redini dello show e mette da parte Din Djarin nella sua serie. Inoltre, non ha più bisogno di indossare l’elmetto, poiché è stata profetizzata come la prescelta; il Mandaloriano che unirà ancora una volta la tribù e diventeranno più forte insieme.
Per quanto riguarda i personaggi, The Mandalorian ne è pieno, ma nessuno è gestito particolarmente bene. La pura e semplice mancanza di creatività, soprattutto nell’uso di Grogu, è sconcertante. Sembra quasi che il team di sceneggiatori abbia avuto alcune idee e abbia deciso di metterle insieme nel modo più sconcertante possibile, senza riuscire a riempire una stagione con una storia valida e interconnessa che non sembri una side-quest abbandonata di un videogioco di successo ed è un vero peccato perchè in alcuni momenti le idee per fare qualcosa di grandioso c’erano.
A un certo punto della serie, Mando viene catturato da una creatura ragnesca che sembra intenzionata a ucciderlo. Mando incarica Grogu di aiutarlo. Invece di usare i poteri della Forza che sappiamo che il Bambino esercita, o di trovare un modo ingegnoso per aiutare il nostro “Mando in difficoltà”, il piccolo Grogue vola via dal pianeta, attraversa il pianeta di Bo-Katan, fa tradurre a un droide la sua richiesta di aiuto, Bo-Katan si attrezza, torna indietro, viene ricondotto allo stesso passaggio sotterraneo e uccide la creatura prima che possa mangiare Din Djarin. Il tutto senza spiegare quanto tempo sia passato.
Questo tipo di impostazione, in cui un risultato più artificioso viene preferito a una narrazione semplice e soddisfacente, non è un caso isolato e si ripresenta un numero allarmante di volte nel corso della stagione. Come se non bastasse, gli showrunner sembrano dimenticare i loro stessi personaggi e le loro capacità.
Sfortunatamente, la scarsa scrittura non si ferma solo alle narrazioni artificiose. I dialoghi sono a volte pessimi, mentre le “guest star” come Lizzo o Christopher Lloyd non fanno nulla per aiutare l’universo con recitazioni che non hanno dato sfogo alle loro grandissime capacità.
C’è anche una buona dose di riempimento, il che sembra piuttosto imperdonabile dato che gli sceneggiatori hanno avuto due anni per trovare del materiale e alcuni di questi episodi durano solo 30 minuti!
Il design della produzione continua a eccellere, con costumi e i vari set che appaiono eccellenti. Tuttavia, bisogna sottolineare il terribile coinvolgimento di Grogu. Il personaggio si muove come uno Yoda in CGI in Attacco dei cloni, ma in modo così goffo che non si può fare a meno di ridere.
Purtroppo, questa risata è più un’incredulità che un divertimento genuino. Il fatto che Mando sia relegato a spalla nel suo stesso show, nonostante sia il punto di forza di The Mandalorian (l’indizio è nel nome!), dimostra quanto poco Lucasfilm rispetti il materiale di partenza o i personaggi costruiti nelle ultime stagioni. Se nella seconda stagione si vedevano poche crepe, nella terza non solo ce ne sono in abbondanza ma le spalanca e mostra la bestia addormentata e violenta che c’è sotto.
Considerando le altre due stagioni abbiamo avuto l’impressione come se qualcosa fosse cambiato in corso d’opera sulla scrittura della stagione…
che fossero vere le voci che parlano di una Kennedy che ha voluto per forza Grogu anche nella terza stagione malgrado non fosse previsto nella story line di questa stagione portando quasi alla rottura con Favreau?
Quello non lo sapremo mai ma una cosa è certa, La Disney ha prosciugato la proverbiale tettarella ed è così deludente vedere quanto sia caduto in basso The Mandalorian.
In un anno in cui abbiamo appena visto l’eccellente serie Andor – che dimostra che si può fare della buona televisione su Star Wars – la terza stagione di The Mandalorian è un fallimento imbarazzante al confronto.
Insomma poche idee ma molto ben confuse e la ciliegina sulla torta di questo disastro è la scena finale alla Looney Tunes dove i protagonisti di tre stagioni vengono parcheggiati in attesa di nuove idee.
Volevamo concludere l’articolo con un bel “Questa è la via” ma ci sembra più appropriato un…
“That’s all folks!”.